Prima Café

Milano, Italia
Foto © Andrea Martiradonna
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Architetti
Park Associati
Sede
Corso Garibaldi 73, Milano, Italia
Anno
2020
Team
Filippo Pagliani, Michele Rossi, Davide Viganò, Elena Ghetti, Federica Cocco, Irene Seracca Guerrieri, Alice Cuteri, Enrico Sterle, Stefano Venegoni
Safety Coordination
Fa.Ma. Ingegneria Srl, Milano
Structural Design
Fa.Ma. Ingegneria Srl, Milano
Mechanical and Electrical Design
Fa.Ma. Ingegneria Srl, Milano
Light Design
IN-VISIBLE lab, Sesto Calende (VA)
General Contractor
WAY Spa, Rho (MI)
Civil work contractor
Conti e Conti Srl, Lentate sul Seveso (MB)
Glazing
Vetreria Busnelli Srl, Lissone (MB)
Millwork
AV Arreda Srl, Trezzo sull’Adda (MI)
Soft Seating
Meridiani Srl, Misinto (MB)
Soft Seating
Verpan, Horsens (The Netherlands)
Kitchen and Bar Equipment
Forcatering srl, Milano
Resin Flooring
IPM Italian Srl, Sulbiate (MB)
Lighting
IGuzzini, Recanati (MC)
Audio
Light Video Sound Srl, Rho (MI)
Photography
Andrea Martiradonna

Park Associati crea il concept per uno spazio inedito e ibrido nel cuore di Milano per la tech company Prima.it.

Pensato per accompagnare la vita dei clienti e del quartiere da mattina a notte, Prima Café non vuole essere una vetrina dell’attività principale del cliente, che opera nel campo delle assicurazioni, ma un luogo che contenga diverse funzioni, dal caffè vero e proprio, al bistrot, dal ristorante al cocktail bar.
Ma l’esigenza da soddisfare non è stata solo quella legata al consumo di cibo o dello svago. Oggi, sempre più spesso, la vita privata, quella sociale e il lavoro confluiscono in un unico contenitore e anche i locali si adeguano a questa tendenza diventando estensioni delle dimore private e degli uffici, a cui si aggiunge la componente dello scambio relazionale.

L’interior design pensato da Park Associati per i 200 mq circa su cui si snoda il locale crea un ambiente informale, flessibile e tecnologico. L’arte e un certo gusto scenografico che accompagna i grandi eventi della musica rock sono alla base di un ambiente in cui il colore e la luce cambiano al ritmo delle ore del giorno e della sera. Un unico grande spazio, illuminato da vetrate a tutt’altezza verso la strada e la piazzetta antistante l’entrata, accoglie le funzioni di bar e di ristorante. Lungo tutte le pareti, concepite come spazi tridimensionali, corre un nastro plissettato a doppia finitura, ispirato all’arte cinetica. Questo elemento è formato da pannelli prismatici a sezione triangolare che, giustapposti, offrono continui passaggi dalla sfumatura del viola a quella di una preziosa specchiatura brunita..

Il disegno a linee spezzate del pavimento in resina configura campiture trattate con due differenti finiture superficiali. Il colore blu della resina assume così effetti che variano dal lucido all’opaco, intervallati dalla linea brillante del profilo in ottone.

Anche il progetto illuminotecnico, forse il segno più distintivo di questo spazio, è pensato per generare atmosfere diverse a seconda delle ore del giorno. Un sistema di illuminazione altamente tecnologico, formato da 600 tubi trasparenti e riflettenti, illuminati da proiettori led, creano una scenografica onda luminosa che occupa tutto il soffitto del locale, richiamando le opere di Neon Art e i palcoscenici di alcuni storici concerti rock. L’intensità e il colore della luce sono programmati per modificarsi nel tempo: chiari e discreti durante il giorno, caldi e intensi la sera, seguendo i principi del ritmo circadiano in cui la luce tiene conto del ciclo biologico umano per garantire il massimo benessere.

I toni freddi dei blu e dei viola dialogano perfettamente con il colore del ferro crudo dei tavoli e delle finiture bronzate del locale, che si popola di arredi accoglienti, diversificati nelle forme e nelle dimensioni, dal carattere vagamente vintage.

Prima Cafè è pensato anche come luogo dove organizzare eventi privati, dove fermarsi a lavorare tra un appuntamento e l’altro. Il lavoro sull’interior design si è concentrato sull’identità fluida del locale che accompagna le sue metamorfosi, creando un luogo ibrido in cui il binomio funzione-estetica viene ribaltato.

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